Ambiente & Agricoltura

Questo Workshop lo dedichiamo a Vandana Shiva, la scienziata indiana che ha vinto il premio Nobel per la pace nel 1993.

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Ai bambini chiediamo di salvare il Pianeta e la biodiversità. Siano i piccoli custodi dei nostri semi”. Queste le parole di Vandana Shiva, considerata la più autorevole teorica dell’ecologia sociale, che alla mostra-convegno Terra Futura, presso la Fortezza da Basso a Firenze, ha presentato, sul tema dell’agricoltura sostenibile, il progetto ‘La legge del seme’.

Lo scopo è quello di difendere il diritto alla biodiversità, per interrompere le manipolazioni tese a modificare geneticamente i prodotti naturali, con ricadute sulla libertà e capacità di reddito degli agricoltori e sulla tutela del patrimonio genetico naturale della varietà degli organismi.

È un progetto importante che coinvolge anche i più piccoli, perché, spiega Shiva, “se il seme è il futuro, anche i bambini lo sono”. In questo periodo “di chiusura, ai bambini chiediamo di salvare il Pianeta e la biodiversità”, ribadisce Shiva.

Dobbiamo lavorare con il cuore, con la mente e il corpo e cercare di potenziare le risorse che stiamo distruggendo”, sottolinea Shiva. La legge sui semi, quindi, rappresenta la “speranza per il futuro” e la speranza c’è “fino a che lotteremo contro le multinazionali che stanno opprimendo il mondo- conclude Shiva– uccidono la natura e i piccoli agricoltori, come abbiamo visto gli ogm non hanno sfamato il mondo”.

Vogliamo partire dall’insegnamento di Shiva per spiegare che l’interazione tra agricoltura e natura è profonda. L’agricoltura deve, infatti, contribuire alla creazione e alla salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo. La metà della superficie della nostra Provincia è adibita all’agricoltura. Ciò è sufficiente a dimostrare l’importanza che l’attività agricola riveste per l’ambiente naturale e per lo sviluppo del nostro territorio. L’agricoltura è inoltre fonte di reddito per una comunità  diversificata che non soltanto rappresenta un bene insostituibile del nostro territorio ma svolge anche un ruolo fondamentale nel preservare l’equilibrio dell’ambiente.

I legami esistenti fra la ricchezza dell’ambiente naturale e le pratiche agricole sono complesse. L’inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria, la frammentazione degli habitat e la scomparsa della fauna selvatica possono essere frutto di pratiche agricole e di un utilizzo della terra inappropriati. È per questa ragione che pensiamo che le politiche regionali e nazionali sull’agricoltura dovrebbero mirare sempre più a prevenire i rischi di degrado ambientale, incoraggiando al tempo stesso gli agricoltori a continuare a svolgere un ruolo positivo nella salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente grazie a misure mirate di sviluppo rurale e contribuendo a garantire la redditività dell’agricoltura in tutto il territorio siciliano e nazionale.

Purtroppo, però, il comparto agricolo, quello siciliano, sta sprofondando in una pesante crisi. Dal 2008 ad oggi, di fatto, sono stati impegnati e in buona parte spesi 5 miliardi di Euro di fondi europei. Ma nessuno sa come e dove sono andati a finire questi soldi. 

Nel frattempo noi paghiamo il prezzo degli accordi commerciali con i paesi del Nord Africa che hanno penalizzato i nostri agricoltori. E  si sta pagando il prezzo di politiche sbagliate, di amministrazioni inefficienti e di un cattivo modo di gestire le risorse pubbliche, ed i fondi europei in particolare, visto che la Sicilia è ultima tra le regioni d’Italia per l’utilizzo delle risorse comunitarie.

Per questo serve un cambio di rotta, come ci insegna Shiva con la sua legge sui semi, facendo appello al buon senso e alla speranza per il futuro, ad una speranza che ci può essere solo se si lotta contro le politiche sbagliate che opprimono il mondo dell’agricoltura uccidendo la natura ed il futuro dei piccoli agricoltori.

Senza ombra di dubbio la priorità a breve è quella di “superare la crisi”, ma la sfida di lungo termine è la crescita “intelligente”, basata sulla competitività indotta dalla conoscenza “sostenibile” riguardo al rispetto dell’ambiente e “inclusiva” relativamente alla capacità di favorire l’occupazione e la coesione sociale.

La parola che oggi più di tutte riassume la speranza di una ripresa dell’agricoltura siciliana e italiana è “innovazione”. Relativamente alle aziende agricole e alle loro organizzazioni, uno dei problemi principali è legato alla dispersione e alla frammentazione della domanda di innovazione, che per questo risulta poco raccordata all’offerta. Il settore agricolo soffre particolarmente di questa debolezza strutturale. Senza un’adeguata integrazione orizzontale e verticale è particolarmente difficile l’identificazione rigorosa delle priorità relative agli ambiti tecnologici di intervento. Sono collegati a questo problema il basso grado di consapevolezza, presso gli imprenditori e le loro rappresentanze, del ruolo e dei fattori d’innesco dell’innovazione e l’insufficiente capacità di comunicare con il mondo dell’informazione e con i consumatori.
Per quanto riguarda le misure di politica agraria per l’innovazione, la recente proposta della Commissione per la nuova Pac 2014-2020 sembra adottare un moderato potenziamento rispetto al passato, con tre novità di rilievo: il partenariato dell’innovazione, il potenziamento delle misure di cooperazione tra imprese e comunità scientifica e l’ampliamento del sistema di consulenza aziendale.

L’Agricoltura Sociale, rappresenta un altro punto fondamentale di cambiamento, di innovazione e di risposta alla crisi attuale. Si tratta, dunque, di un vero e proprio strumento operativo attraverso il quale i governi regionali e locali – in maniera diretta o attraverso associazioni preposte – possono applicare le politiche del welfare in ambito territoriale, coinvolgendo una pluralità di soggetti giuridici, enti, aziende agricole e cittadini. Questa forma di agricoltura si basa dunque sulla collaborazione tra il mondo dell’agricoltura e quello del terzo settore, coinvolgendo dunque diversi livelli sia in ambito pubblico che privato.

Da questo workshop è nostra intenzione raccogliere tutti i contributi che, oltre a rilevare le criticità del comparto e i problemi degli agricoltori, possono essere utili per dare informazioni necessarie e per elaborare proposte fattibili a breve, medio e lungo termine.

Guarda la locandina.

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